“corkage fee” o diritto di tappo

Riportiamo l’esperienza di conoscenti, in particolare di Silvana Delfuoco

La prima volta è successo quasi per caso. Ristorante di fresca apertura, dalla gestione giovane ma già assai promettente, dove ritorniamo sempre volentieri ormai con una certa assiduità. Decidiamo quindi di prenotare qui per la cena con alcuni amici e ci sembra gentile portare con noi le due bottiglie – uno spumante e un Nebbiolo, di produttori per noi ancora sconosciuti – che uno degli invitati ha voluto regalare per l’occasione. La giovane sommelier, subito preavvisata della cosa, ci dimostra la massima disponibilità. La serata procede piacevolmente, le bottiglie vengono aperte e assaggiate e arriviamo alla conclusione.

Al momento del conto, una piccola sorpresa: il “diritto di tappo” richiesto equivale al valore commerciale della bottiglia meno cara presente nella Carta dei Vini del ristorante. “Noi, dice la sommelier, abbiamo scelto questa prassi”. Prassi più seguita nel corkage fee, anglosassone di origine e di maggior diffusione. Ma una regola vera e propria, almeno a nostra conoscenza, ancora non esiste e comunque non qui in Italia, dove i comportamenti sono i più diversi e imprevedibili.

La faccenda è interessante, perseveriamo nell’indagine. Decidiamo di festeggiare un compleanno aprendo una bottiglia importante, dove? In quel bel locale “radioso” in cui ci siamo già trovati così bene altre volte e dove sono così cortesi e disponibili. Alla telefonata di preavviso, fatta nella convinzione che si tratti soltanto di una formalità, la risposta arriva tanto inattesa quanto decisa: assolutamente no, proprio non se ne parla. Si giustificano cortesemente asserendo di voler salvaguardare i produttori inseriti nella loro Carta.

Ovviamente abbiamo disdetto e trovato subito ospitalità in un altro locale – “radioso” anch’esso per la precisione – dove l’accoglienza è stata più che calorosa. Non soltanto hanno accettato di “stappare” e brindare insieme a noi, ma al momento del conto non hanno voluto sentir parlare di “diritto di tappo”, incoraggiandoci invece di tornare presto con altre bottiglie dall’assaggio interessante.

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