Castello di Sant’Ambrogio

Di questo edificio si hanno le prime notizie intorno al X secolo, quando i Franchi arrivarono in Italia. Il borgo di Corbetta divenne possesso dell’arcivescovado di Milano, che potenziò il sistema difensivo già esistente e lo stesso “Castrum Sancti Ambrosii” che era il nodo della cintura di difesa del borgo. Quella che oggi possiamo ammirare è una costruzione frutto in parte del restauro che l’architetto Portaluppi portò a termine tra il 1950 e il 1960. Il Castello è in via San Vittore, 2 a Corbetta.

Un gioiello poco conosciuto a pochi chilometri dal capoluogo lombardo, da non perdere nelle rare occasioni in cui ne è consentita la visita, con le sue pareti cariche di storia e il parco segnato da specie arboree alcune piuttosto rare.

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Messo a ferro e fuoco, più volte, dai diversi conquistatori; in particolare ricordiamo la sua devastazione operata da Federico Barbarossa nel 1154 e da Federico II nel 1239, fu ampliato prima da Napo Torriani e successivamente dagli Sforza durante le guerre del Monferrato, il Castello di Sant’Ambrogio mantenne il suo ruolo difensivo fino al Seicento, dopo venne ritenuto obsoleto e non più idoneo alla difesa e abbandonato e quasi completamente demolito dagli Spagnoli.

Il complesso attuale, proprietà della famiglia Corbellini, è frutto di un paziente restauro attuato a metà del secolo scorso dall’architetto Portaluppi e, in parte, da alcuni successivi interventi di ampliamento.

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La struttura è impreziosita da aggiunte di pregio come un colonnato e un abside provenienti dal Monastero degli Stimmatini di Sezano, vicino a Verona, e dai numerosi reperti archeologici recuperati tutt’attorno, come una parte delle mura dell’antico Castrum Romano di Curia Picta e la tomba di un centurione.

Nell’ampio giardino, in fine, si può anche ammirare una filanda ottocentesca perfettamente conservata.

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