PIADINA ROMAGNOLA

“LA PIDA SE PARSOT LA PIS UN PO MA TOT” detto romagnolo, tradotto “la piada con il prosciutto piace un po’ a tutti “ La piadina, infatti, è una delle preparazioni più famose della Romagna, un prodotto diventato simbolo di questa terra, della sua gente e del suo folklore. Si tratta di un cibo semplice che affonda le proprie radici nella cultura rustica e contadina e che nel tempo si è trasformata in un piatto diffuso, amato e sempre più richiesto.

La piadina è realizzata con pochi e semplici ingredienti: farina di grano, sale, acqua, strutto, o anche olio d’oliva. Secondo tradizione la piadina viene cotta su una padella tonda e piatta in terracotta chiamata “teglia” o “testo” anche se oggi solitamente è in altri materiali come l’alluminio. Un tempo le teglie di argilla erano prodotte esclusivamente a Monteliffi, piccolo borgo vicino a Sogliano sul Rubicone, dove ancora oggi si realizzano secondo l’antica tradizione.

La “ Piadina Romagnola “ ha ottenuto il riconoscimento IGP (indicazione geografica protetta). Esiste dunque un disciplinare che fornisce indicazioni precise su come deve essere realizzata e che specifica l’area di produzione che riguarda le provincie di Rimini, Forlì-Cesena, Ravenna e Bologna fino al fiume Sillaro.

Da sapersi che nella stessa Romagna la piada tende a cambiare da zona a zona in particolare, come spiega il disciplinare stesso, si possono distinguere due categorie: la “Piadina Romagnola” e la “Piadina Romagnola alla Riminese”

La “Piadina Romagnola” ha uno spessore maggiore di quella alla Riminese (da 4 a 8 millimetri) e un diametro più ridotto (da 15 a 25 centimetri) Ha una consistenza più rigida e compatta.

La “Piadina Romagnola alla Riminese “ si presenta, invece, più larga e sottile, con uno spessore fino a 3 millimetri e un diametro che va da 25 a 30 centimetri, è più morbida e flessibile.

La piadina per molto tempo era prodotto in sostituzione del pane, solo dal secondo dopoguerra comincia a diffondersi maggiormente e diventare opzione alternativa, differente e più gustosa. Negli anni settanta, in particolare, avviene un passaggio che porterà il prodotto a prodotto di largo consumo. La piadina si mangia in numerosi chioschi dedicati e nascono parecchi laboratori che la producono per un mercato sempre più vasto.

Per quanto riguarda le farciture, c’è ne è davvero per tutti i gusti. Tra gli ingredienti usati più di frequente ci sono le verdure, sia cotte che crude, i formaggi freschi e i salumi. Alcuni abbinamenti da non perdere: piada e prosciutto crudo, piada e mortadella, squacquerone e rucola, per chi ama il pesce, piada e sardoncini, vere delizie da leccarsi baffi e dita.

Curiosa è la storia del suo nome, nel dialetto regionale ci sono diverse versioni, pieda, pie, pida, ma ci voleva un poeta come Giovanni Pascoli per rendere ufficiale il termine “PIADA”, italianizzando il dialettale pie. Forse alcuni ricorderanno il celebre opuscoletto in cui si cita questa preparazione e la si descrive come “ il pane nazionale dei Romagnoli “ contribuendo ad unire per sempre questo piatto con la Romagna.

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