Vino, di che colore ti piace?

L’altra sera, in un’osteria di Langa, un bravo oste mi ha proposto il vino in un modo simpatico, che mi ha fatto riflettere: “le va bene una Barbera?”, “si benissimo, scelga lei l’azienda, mi fido …”, “va bene, allora faccio io; mi dica solo una cosa: la vuole rossa o nera?”, mi ha detto ridendo e strizzando l’occhiolino in cerca di complicità … Il senso della battuta era chiaro: vuole una Barbera sottile e acida “come piacciono a noi” o la vuole scura e densa come quelle che si vendono fuori Italia, e che qui erano di moda 10-15 di anni fa?

Eh già, perché anni fa fecero la loro comparsa sul mercato i vini neri, che furono fortemente promossi e premiati in particolare dalla critica enologica americana. Erano vini ricchi di estratti, e dunque scurissimi alla vista quasi indipendentemente dalla varietà utilizzata, che trovarono grande fortuna sul mercato Usa e che oggi hanno uguale apprezzamento nei paesi orientali, Cina in particolare.

Alla luce di ciò quest’oste di Langa – e tanti altri come lui, a dire il vero – fà oramai una distinzione netta tra i vini rossi e quelli neri, e non fà nulla per nascondere la sua predilezione per quelli rossi.

Una situazione con la quale ci si imbatte abbastanza frequentemente quando capita di aprire le carte dei vini di alcuni bistrot o bar a vins degli Stati Uniti, dove la distinzione tra rossi e neri è netta e ben segnalata, e – se il locale è “di tendenza” – spesso esprime una evidente predilezione, da parte di chi ha compilato la lista, per i vini rossi (quelli neri sono lì per i clienti “meno acculturati”, ancora legati ai gusti imposti da una certa tendenza).

Colori-del-vino-470x260Anzi negli States, dove da qualche anno è stata ufficializzata, e comunemente accettata, anche la categoria degli “orange wines” – cioè dei vini bianchi da uve macerate che hanno colorazioni ramate-aranciate piuttosto evidenti, che trovano un discreto numero di appassionati – puoi imbatterti spesso in carte dei vini suddivise in 5 tipologie cromatiche: white, orange, rosè, red, noir.

Ma la distinzione tra rossi e neri non è una consuetudine accettata solo negli Usa; anche in Francia è un argomento condiviso, come riportato di recente da un articolo della Revue du Vin de France che titolava proprio “Le rouge et le noir”.

L’autore, Jean-Robert Pitte, dopo un lungo e dotto racconto su come siano cambiati i colori del vino nel corso dei secoli, si sofferma proprio su quanto successo un paio di decenni fa, ovvero sull’affermazione dei vini neri, fortemente sponsorizzati dalla certa scuola di pensiero. Ma le cose, sostiene Pitte, stanno cambiando: “Oggi – scrive – in ogni parte del mondo i bravi vignaioli, anche nelle zone più calde (che in genere danno vini più colorati), rinunciano al nero e ritornano al rosso, vale a dire al colore rubino, sempre più apprezzato sia alla vista sia al palato”.

Sembra quindi che il “ritorno al rosso” sia una nuova tendenza piuttosto generalizzata. Voi che ne pensate? Siete per i vini rossi o per quelli neri? Oppure non fate differenze, basta che siano buoni?

 

 

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