Quest’anno il caldo non finisce mai, sole, sole; la siccità uccide i prodotti agricoli in ispecie la verdura, i campi sono diventati sterpaglia secca, però, come al solito in tutte le avversità c’è qualcuno che gode o, se vogliamo, che esce incolume, insofferente, sul fronte verdure due specie si sono avvantaggiate dal caldo di questi giorni, sono i peperoni e le melanzane.
I peperoni in particolare, laddove non ci sono problemi di approvvigionamento idrico, come nella piana alluvionale di Carmagnola, zona prediletta per un sacco di cultivar ma che dà il meglio proprio con i peperoni locali, per i quali a settembre si celebrerà addirittura la rituale fiera nazionale. Tomaticot, trottola, quadrato o corno lungo sono già belli spessi e turgidi, gustosissimi, perfetti in anticipo sul loro solito timing.
Essendo i primi e di varietà davvero speciali (il lungo, detto corno di bue di Carmagnola è anche oggetto di Presidio Slow Food), per di più coltivate nel loro posto ideale, costano un pochino di più dei loro fratelli normali e anonimi, ma ne vale la pena.
Dicevamo poi delle melanzane abbondantissime ovunque, non soffrono troppo il caldo, si ingrandiscono in fretta e a dovere e di ogni varietà, data la grande offerta sul mercato, spuntano prezzi popolari. Se avete il coraggio di cimentarvi in una parmigiana, consumata fredda, magari in spiaggia, vi ripagherà di tutta la fatica e il caldo sopportato. Ma una fresca caponata va benissimo.